DARE PIU' VITA AI GIORNI E NON PIU' GIORNI ALLA VITA

04/11/2008

La malattia non è un fulmine a ciel sereno ma la conseguenza di precisi comportamenti

E' con grande piacere che inizio questo dialogo con i lettori di Chiamami città. Vorrei che fosse un colloquio aperto, comprensibile, ricco di insegnamenti per chi, per trascuratezza, scarsa informazione o presupponenza è convinto che la salute ereditata alla nascita sia un bene durevole, e che non valga la pena di impegnarsi più di tanto per conservarla e difenderla.
Vorrei fissare perciò alcuni princìpi fondamentali, frutto della mia lunga esperienza, senza i quali la Prevenzione, di cui tanto si parla, rimane una povera Cenerentola e non assume il ruolo di "stella polare della salute" che le compete.
E' anzitutto necessario che siano ben definiti i compiti di chi deve educare e convincere e delle persone che devono mettere in atto questi consigli.
E' fondamentale che entrambi abbiano piena coscienza dell'importanza del compito affidato, e che alle parole seguano fatti concreti.
Gli addetti ai lavori tengano presente che il messaggio educativo è destinato a persone con un bagaglio culturale non specialistico, che inoltre, non avendo problemi di salute, ritengono che le malattie appartengano a un altro pianeta.
Spieghino invece che la malattia non è un fulmine a ciel sereno ma la conclusione di un processo iniziato mesi o anni prima, insistendo sul ruolo determinante degli stili di vita nel processo di ossidazione e invecchiamento cellulare.
Lo stress, oggi un vero killer, non si allevia con sostanze tossiche – come fumo, alcool, droghe – che creano un falso relax, ma con la meditazione, l'autostima, la disponibilità a capire anche le ragioni degli altri.
Dobbiamo conoscere limiti e potenzialità delle macchine perfette che siamo, senza sovraccaricarle e tenerle sotto pressione continuamente, in una corsa folle di cui si conosce il punto di partenza ma non quello di arrivo.
Anche il corpo umano, come tutte le macchine, deve essere controllato periodicamente, senza aspettare che si ammali. Serenità, equilibrio e senso della misura sono il sale della vita: tanti piaceri possono essere assaporati senza correre rischi eccessivi.
Le persone dovrebbero fare propri questi insegnamenti, consapevoli che la difesa della salute non è un'opzione ma un atto essenziale da attuare in prima persona, senza demandare.
E' importante distinguere i messaggi disinteressati da quelli ingannevoli, e avere chiaro il senso del limite: ogni volta che si è sul punto di sorpassarlo – come spesso capita – bisogna far scattare un relais luminoso dalla corteccia cerebrale, che avverta del pericolo. Nei prossimi appuntamenti svilupperò questi temi.
Non pretendo di fornire la "Treccani" della prevenzione, ma vorrei far capire che quello che ci accade è molto spesso conseguenza dei nostri comportamenti e raramente del destino cinico e baro, al quale troppo spesso attribuiamo colpe non sue.

IL DECALOGO DELLA PREVENZIONE

1) La salute non è per sempre: va difesa attivamente

2) Bisogna capire funzioni e limiti dei nostri organi

3) Ogni tanto, allentiamo la pressione che esercitiamo su di loro

4) Lo stress si vince con l’equilibrio, l’autostima, l’autocritica

5) Evitiamo fumo, alcool, droghe, grassi, che ossidano e invecchiano le cellule

6) Ogni giorno, 30/40 minuti di attività fisica

7) Assaporiamo i piaceri della vita, senza eccedere

8) Gli agenti tossici sono nemici che si insinuano nell’organismo promettendo un falso relax

9) Volersi bene, credere in se stessi e pensare che evitare quello che ci fa male non è  rinuncia, ma intelligenza

10) Ogni volta che sentiamo di oltrepassare il limite, far partire un impulso dalla corteccia cerebrale che ci avverta del pericolo e ci fermi in tempo