AL CUOR SI CHE SI COMANDA, Intervista DOTT. MARZALONI MARIO

29/01/2009

La cardiologia al Poliambulatorio di Rimini

Le patologie cardiovascolari si possono evitare con stili di vita corretti e prevenzione

di Lorella Barlaam, articolo uscito su Chiamami Città il 28 gennaio 2009.

Le malattie cardiovascolari sono ad oggi tra le prime cause di morte al mondo. Un’accurata prevenzione, basata su consulenze cliniche e test diagnostici mirati, può evitare gli effetti negativi, sempre se si adottano stili di vita adeguati. Cardini della diagnosi cardiologica sono un’accurata ricostruzione della storia clinica del paziente e della sua famiglia - l’anamnesi – e l’esame  obiettivo affidata all’esperienza del cardiologo, integrata da esami di diagnostica strumentale. Mentre usualmente questi diversi momenti sono affidati a specialisti differenti, nel Poliambulatorio Valturio è possibile fare tutti gli accertamenti strumentali e specialistici, e seguire tutto l’iter diagnostico in tempi rapidi. Presso il Centro opera infatti un esperto team di cardiologi, coadiuvato da attrezzature diagnostiche di ultima generazione. Due cardiologi del centro, il dott. FrancescoLa Vecchia e il dott. Mario Marzaloni ci spiegano i “segreti” di alcuni fra gli esami cardiologici non invasivi maggiormente diffusi.

Dott. Mario Marzaloni,  partiamo dall’elettrocardiogramma

«L’elettrocardiogramma (ECG) tradizionale è il tracciato che registra l’attività elettrica del cuore, rilevato attraverso uno specifico strumento(elettrocardiografo) tramite elettrodi applicati in diversi punti del corpo. E’ il metodo meno costoso e più pratico per osservare se l'attività elettrica del cuore è normale oppure presenta patologie di natura meccanica o bioelettrica, come ad esempio l’ingrandimento o una difficoltào sofferenza del cuore. Nelle onde che costituiscono il tracciato è possibile “leggere” le alterazioni cardiache, attraverso una serie di rilevazioni e parametri messi a punto negli anni, che ci aiutano nel giudicare le condizioni del paziente o nel formulare una diagnosi.Questo esame rappresenta il punto di partenza di ogni controllo cardiologico; altri esami spesso vengono decisi sulla scorta di indicazioni che da questo scaturiscono.»

Dottor Marzaloni, cosa si intende per test “da sforzo”?

«Il test da sforzo, o ergometrico, è la registrazione dell’elettrocardiogramma con rilevazione della pressione arteriosa durante uno sforzo fisico continuo e progressivo, condotto in laboratorio secondo protocolli specifici, con l’uso di cyclette o tapis roulant. Nato per la diagnosi delle insufficienze coronariche (cardiopatie ischemiche segnalate spesso da dolori al petto), consente di verificare la risposta dell’apparato cardiocircolatorio all’esercizio fisico, in relazione alla frequenza cardiaca e alla pressione arteriosa. Dura una ventina di minuti.»

Chi deve affrontarlo?

«La scelta dell’esame e la sua interpretazione vanno sempre fatti dallo specialista in rapporto al soggetto. Per i test abbiamo linee guida ormai stabili:il test da sforzoviene applicato come controllo a pazienti già operati – che ad esempio hanno subito un’angioplastica - o per il controllo nel tempo dei cardiopatici cronici. Noi lo proponiamo nell’ambito degli screening di prevenzione a chi ha di base fattori di rischio, colesterolo alto, pressione alta, diabete, o stili di vita errati o malsani. Il test da sforzo permette anche una valutazione della capacità funzionale su un soggetto che voglia fare sport, permettendo di sapere a che livello può esercitarsi senza correre rischi. Ed è, secondo le normative nazionali, di prammatica per chi vuole dedicarsi all’agonismo.»

E l’elettrocardiogramma dinamico (Holter)?

«L’Holter è una registrazione elettrocardiografica continua per 24/48 ore che permette di mettere in correlazione l’ECG con le attività svolte dal soggetto in condizioni di vita normali, per individuare i momenti di stress per il paziente e calibrare al meglio le indicazioni terapeutiche. Consiste nell’applicazione di alcuni elettrodi collegati a un apparecchio di registrazione, che consente di compiere tutte le normali attività. La registrazione viene integrata con l’annotazione da parte del paziente delle attività svolte e dei sintomi riscontrati, così da poterli collegare con le eventuali alterazioni elettrocardiografiche. I dati, trasferiti al computer, vengono valutati dallo specialista.»

Qual è il suo campo d’applicazione?

«L’Holter è fondamentale per la ricerca delle aritmie, cioè delle alterazioni del ritmo cardiaco: ne esistono molte ben poco pericolose mentre altre, poche per fortuna, possono anche  portare anche alla morte improvvisa. Viene consigliato come approfondimento, in caso l’ECG mostri alterazioni, in pazienti “a rischio” di incorrere in problemi coronarici e in chi lamenta “palpitazioni”, batticuore o svenimenti.»