NUMERO SPECIALE SUGLI STILI ALIMENTARI DI OGGI CON L'OBIETTIVO DI CONIUGARE TRADIZIONE E INNOVAZIONE

21/11/2014

La Rubrica del Venerdì del 21/11/2014

TRADIZIONE E INNOVAZIONE ALIMENTARE NELLA PRATICA QUOTIDIANA


Tutto oggi cambia in maniera rapida, tanto rapida che per tante persone è difficile adeguarsi, il modo di alimentarsi non sfugge a questi cambiamenti impetuosi;
facciamo il punto sulla situazione intervistando  il Dott. Fernando Santucci  cardiologo e gastronomo  esperto, componente del centro studi romagnolo dell’ Accademia Italiana della Cucina..
 

D. “Dottore viviamo tempi psichiatrici, tutto cambia rapidamente  e questa  filosofia ha contagiato  anche l’ alimentazione, vorremmo che ci facesse il punto  sul valore della tradizione a tavola e del filo sottile che la lega all’innovazione”.
 

R. “Volentieri, tradizione, oggi, è un termine molto usato, qualche volta a proposito, più spesso a sproposito, vediamo allora di restringere il campo cercando di comprendere il significato etimologico e l’origine  della parola TRADIZIONE:
 
Tradizione deriva dal latino -traditio- e letteralmente significa tramandare, trasmettere da una generazione all’ altra memorie e testimonianze  di usi e costumi.
In capo enogastronomico rispettare la tradizione vuol dire:
 
  1. Rispettare i valori della convivialità e quindi, considerare la tavola non un luogo di passaggio rapido ma un momento di unione partecipativa e aggregativa, un luogo dove si discute sui problemi, se ne prospettano le soluzioni, si concludono affari, si può convitare con allegria;
un luogo dove possono iniziare e spesso finire grandi amori, un luogo dove il cibo ben preparato e gradevole al palato può essere il collante della buona o cattiva riuscita del pasto.
 
  1. Utilizzare dei prodotti della stagione e del territorio, utilizzando quelli dei nostri campi e delle nostre stalle, frutta possibilmente maturata al sole, verdure  che conservino il loro sapore naturale, animali  che anche se non parlano il dialetto romagnolo almeno ne abbiano imparato qualche parola, passeggiando per le nostre aie…..
 
 


D. “la ringraziamo per questa esauriente precisazione sul valore della tradizione a tavola adesso vorremmo conoscerne i vantaggi.”.
 

R. “Chi ne trae i vantaggi maggiori è certamente sua maestà il gusto,  ci sono voluti migliaia di anni per passare dalla cucina della fame alla cucina  del piacere e sarei davvero rattristato se questo viaggio tornasse a ritroso in breve tempo, il gusto è una funzione orgasmica che coinvolge tutti i nostri sensi, all’interno della bocca abbiamo milioni di papille gustative, la lingua è un’autostrada a più corsie dove si intersecano sapori e saperi, sarebbe davvero criminoso  se queste esperienze maturate nel corso di millenni venissero   sacrificate sull’ altare  dei profitti delle multinazionali e della grande distribuzione.
 

D. “Dottore  le sue considerazioni sono logiche e certamente convincenti, vorremmo però sapere quali sono le cause responsabili di questo stato di cose e soprattutto cosa si può fare perchè la tradizione che lei tanto apprezza non sia un molock intoccabile; a questo proposito vorremmo dirle  che restare fermi e vincolati al passato in momenti in cui tutto è in movimento potrebbe essere controproducente”.
 

R. “Condivido pienamente le sue preoccupazioni cercherò di risponderle in maniera sincera:
l’ultimo quarto del secolo scorso è stato un fiume in piena che ha travolto e sfondato molte dighe, si sono affacciate molte novità di tipo economico, la più importante delle quali è stata l’impossibilità per una famiglia di vivere con un solo stipendio, questa necessità ha portato le nostre donne ad abbandonare la grande cucina delle vecchie azdore  e ad entrare nel campo del lavoro; a causa di ciò lo spazio della cucina si è progressivamente ridotto diventando prima un angolo cottura e poi un luogo dove  ciò che si mangia viene solo riscaldato.
I cibi che con amore venivano preparati dalle nostre donne, utilizzando gli  ingredienti del nostro territorio, sono lentamente scomparsi e  sono stati  stato sostituiti  da cibi anonimi, buoni per tutte le bocche,  nella migliore delle ipotesi preparati da singoli negozi e nella peggiore da catene della grande distribuzione che affastellano prodotti provenienti  da ogni parte del mondo, confezionati con ingredienti  di cui  non si conosce ‘il loro grado di palatabilità, prodotti che contengono molte di quelle che oggi si chiamano  calorie vuote  e sono tipici  del cibo che oggi va sotto il nome cibo spazzatura…”
 
 
D. “Ci proponga qualche rimedio”.
 

R. “Pensare di riportare le donne in cucina penso non sia possibile, combattere le logiche delle  grandi reti commerciali ritengo  sia una guerra persa in partenza ed allora, come sta già accadendo all’ estero il consiglio è quello di fare un’alleanza fra  produttori,  e consumatori  e ritornare ai prodotti tracciati, facendo alleanze con piccole aziende agricole, o  agricoltori singoli, garantendo loro  il consumo di quanto essi producono; questo penso che sia l’unico modo per tornare ad apprezzare  i nostri prodotti a kilometro zero, il mio consiglio e oserei dire l’invito è questo, seguendo questo schema  alimentarsi tornerà  ad essere una cosa piacevole ed utile per la salute nostra e dei nostri figli.”
 
 

D. “Le chiediamo per cortesia di uscire dal generico e di fare qualche esempio pratico:”.
 

R. “Questo potrebbe essere un esempio di alimentazione  amica della salute e  nemica delle malattie:
 
  • Verdure e legumi del nostro territorio, tipici delle stagioni combinati con pane e pasta integrali, conditi con olio d’oliva
  • 3\4 porzioni di frutta di stagione  (200 grammi massimo per volta)
  • Formaggi una, massimo due volte la settimana, privilegiando quelli freschi del territorio, meglio quelli di capra e pecora rispetto a quelli di mucca
  • Pesce tre volte a settimana, privilegiando quello di stagione e quello azzurro  perchè ricco di acidi omega 3
  • Carne una volta la settimana preferendo gli animali da cortile (polli e conigli)
  • Verdura in abbondanza,  sughi vegetali preparati con prodotti di stagione
  • Come regola generale ricordare di masticare a lungo (gusticare), di bere a piccoli sorsi, di frazionare i pasti per controllare l’equilibrio glicemico.
 


D. “Grazie dottore speriamo che chi ci legge ascolti i suoi preziosi consigli”.
 
 
SPERANDO  CHE L’ARGOMENTO SIA STATO DI VOSTRO GRADIMENTO CHIUDO CON IL PENSIERO DEL VENERDI’:


“Tutto scorre, ogni età ha un suo ruolo inconfondibile, il nostro compito è quello di capire che il tempo non passa invano, ma lascia sia sul volto che sul corpo e anche sulla mente, i segni  del suo scorrere, solo chi  affronterà con atteggiamento consapevole questi cambiamenti e non rincorrerà false illusioni, potrà dire con orgoglio di essere stato o di essere un bel bambino, un bel giovane, un bell’uomo  e un bel vecchio, la cosa vale anche per il gentil sesso….. Le cose cambieranno solo quando  nascerà qualcuno che  scoprirà  l’elisir dell’eterna giovinezza….”

Av salut e al prossimo venerdì!

Dott. Fernando Santucci

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