LE STAGIONI DELLA DONNA

13/03/2009

Intervista al ginecologo Dott. Bruno Moretti

Il percorso medico da seguire per prevenire e curare secondo le età

di Lorella Barlaam, articolo uscito su Chiamami Città 11 marzo 2009.

«Oggi, con l’aumentare della durata della vita, una donna resta fertile per meno della metà della sua esistenza» ci ha spiegato il dott. Bruno Moretti, ginecologo e ostetrico responsabile di branca del Poliambulatorio Valturio. «Lo status della menopausa si protrae a lungo e va considerato con più attenzione. Un tempo la maggior parte delle donne vedeva coincidere la fine della vita con la fine della fertilità. Adesso la situazione è cambiata. La biologia non va di pari passo con l’anagrafe.» Ci deve essere perciò una attenzione diversificata della donna per la sua salute nelle varie età della vita. E il ginecologo può essere un alleato prezioso.

 

 

Tenersi d’occhio fin dall’adolescenza

 

Dottor Moretti, come prendersi cura di sé durante l’adolescenza?

 

«Il passaggio dalla pubertà all’adolescenza si compie dai 12 ai 15 anni. L’età della prima mestruazione si è un po’ abbassata ma i confini dell’età fertile, dal menarca alla menopausa, restano gli stessi. Da adolescenti si va dal ginecologo più per preoccupazioni materne che per propria istanza. Siamo chiamati in causa per dolori e irregolarità delle prime mestruazioni, per turbe della crescita e anche per quanto riguarda la contraccezione. A volte sono le ragazzine stesse che avvertono la necessità di informarsi. Al ginecologo spesso tocca impartire una rapida lezione, spiegare quali sono i metodi per evitare gravidanze non volute e sfatare alcuni miti. Una delle resistenze principali alla pillola è la convinzione che faccia ingrassare, ma non è vero. I contraccettivi ormonali locali come l’anello e il cerotto vengono vissuti con meno ansia, forse perché “non si mangiano”. Le ragazze, oggi, nonostante il proliferare di informazioni sulla sessualità veicolate dai diversi media, hanno bisogno prima di un’educazione, che parta della fisiologia della sessualità, poi della contraccezione, poi dell’attenzione alle malattie sessualmente trasmesse: difficilmente un genitore riesce a dare queste informazioni ai figli, è più facile che possa farlo una figura di riferimento come un ginecologo che riesca a creare empatia. Per quanto riguarda il vaccino contro il papillomavirus – gratuito per le ragazze di 12 anni - occorre sgombrare il campo da alcuni fraintendimenti. Il vaccino HPV non è un vaccino per il cancro, ma contro alcune infezioni virali che hanno effetto sullo sviluppo del cancro. Le infezioni da HPV sono solo una delle malattie sessualmente trasmesse: occorre perciò usare ugualmente il preservativo. Il vaccino HPV in uso, inoltre, non copre tutti i ceppi fortemente oncogenici, ci sono altri vaccini a più ampio spettro, e la ricerca è ancora in corso. Fatti questi distinguo, è comunque opportuno che le ragazzine che ne hanno diritto si sottopongano alla vaccinazione.»

 

 

Quali controlli per le giovani?

 

I controlli per la salute della donna giovane?

 

«I controlli possono essere di routine, o per la diagnosi e terapia dei più frequenti disturbi in età fertile. Occorre effettuare senz’altro i controlli per l’individuazione precoce del tumore al collo dell’utero. Basta poco per tenerlo sotto controllo, con esami che non sono né dolorosi, né costosi né invasivi. Il più attendibile è il pap test, che andrebbe associato a una colposcopia, per risparmiare tempo, fatica e falsi positivi. In occasione del pap test, con cadenza annuale, ci si sottopone a una visita per una più ampia valutazione dell’andamento del ciclo mestruale, per valutare la presenza di cisti e di problemi mammari e, se è in corso una terapia contraccettiva, per approfondire la visita con la richiesta di esami di laboratorio, per valutare come la terapia vada a incidere su altri distretti corporei.

 

 

Richiedono una visita i problemi legati a turbe del ciclo mestruale - per cause ovariche o di tipo ipotalamico e ipofisario, correlate a situazioni di disagio esistenziale o legate all’anoressia - e quelli di tipo infiammatorio, come le vaginiti. Sono in crescita anche le problematiche relative alla fertilità, perché si sceglie di avere un figlio sempre più tardi. Se non ci sono problemi particolari, basta un controllo una volta l’anno, ma è importante che la donna abbia consapevolezza del suo corpo, che stia attenta a sintomi come perdite o variazioni del ciclo. La diagnostica strumentale secondo me entra come conferma e verifica della diagnosi clinica effettuata. O come seconda opinione di fronte a problematiche serie. Il clinico deve saper vedere, e avvalersi di consulenze adeguate.»

 

 

…e le meno giovani?

 

Menopausa, istruzioni per l’uso

 

«La menopausa è preceduta dal climaterio, col progressivo venir meno dell’attività ovarica. Questo passaggio può durare alcuni anni, e si concretizza in turbe del ciclo – come ritardi o modificazioni del flusso – associate a sensazioni spiacevoli come le caldane che vanno a incidere sul sonno e sul metabolismo (aumento del colesterolo e l’accumulo di grasso), con conseguenze sulla vita sessuale e affettiva. In sostanza, con la menopausa l’ovaio ha terminato la sua opera, ma l’ipofisi non lo accetta. Tra ipofisi e ovaio c’è feedback, e l’ipofisi stimola l’ovaio se funziona poco, continuando a produrre gonadotropine. Che sono responsabili delle caldane. Tutto questo sfocia nella definitiva cessazione dell’attività ovarica, con l’ingresso nella menopausa propriamente detta. Ma la fine della fertilità non coincide certo con la fine della vita: l’età media è 50 anni e 4 mesi, con la prospettiva quindi di almeno altri 30 anni.»

 

 

Quali patologie sono legate alla  menopausa?

 

«E’ importante continuare a controllarsi: con l’invecchiamento possono svilupparsi patologie tumorali, aumentano i tumori ovarici e la patologia, anche tumorale, della vulva; è opportuno anche continuare regolarmente a sottoporsi a pap test. Nel tempo possono esserci problemi di osteoporosi e della sfera cognitiva. Aumenta anche l’incidenza del tumore alla mammella, e specie per le donne che hanno avuto più figli c’è il rischio di prolasso uterino e di turbe della diuresi. Compare sulla scena il carcinoma dell’endometrio, perché non c’è più il ricambio mensile legato alla mestruazione, e la mucosa può degenerare. Questo tumore si diagnostica con ecografia e isteroscopia.» 

 

 

Come può essere d’aiuto il ginecologo?

 

«Personalmente sono favorevole a intervenire con una terapia ormonale sostitutiva, previa valutazione dei pro e dei contro. La terapia va sempre fatta sotto controllo medico, ci sono variabili soggettive e controindicazioni.

 

 

Si alleviano così fastidi e problemi: ripristinando la situazione ormonale precedente e puntellando le situazioni più a rischio, l’aumento della durata della vita media va di pari passo con un aumento della qualità della vita stessa. Gli ormoni vengono troppo spesso demonizzati. Il persistere delle mestruazioni dato dalla terapia ormonale sostitutiva è un ottimo antidoto anche al carcinoma dell’endometrio, e riduce dell’80% l’insorgenza di questo tipo di tumori.»