INDURATIO PENIS PLASTICA

09/05/2012

Intervista effettuata dal Dott. Fernando Santucci al Prof. Luca Iannotta




INDURATIO PENIS PLASTICA
INTERVISTA AL PROF. LUCA IANNOTTA

PROFESSORE A CONTRATTO PRESSO L’UNVERSITA’ LA SAPIENZA DI ROMA E CONSULENTE ANDROLOGO DEL POLIAMBULATORIO VALTURIO

 


D. “Prof. Iannotta ci può dare una definizione che caratterizzi l’INDURATIO PENI PLASTICA’?”


R. Si tratta di un’affezione che determina un incurvamento del pene dovuto ad una fibrosi della tunica albuginea dello stesso.


D. “Detto in questa maniera è un po’ difficile da capire.”


R. Cercherò di spiegarmi meglio, la tunica ALBUGINEA è la guaina che riveste i corpi cavernosi del pene che come lei ben sa sono fondamentali per l’erezione; a causa di piccoli traumatismi protratti nel tempo, o di condizioni di scarsa ossigenazione tissutale dovuta a tabagismo, bronchite cronica, epatopatia cronica, nefropatia cronica, abuso di alcool, in soggetti geneticamente predisposti la guaina può diventare rigida e far incurvare il pene provocando in tal modo notevoli disagi a chi ne è affetto.


D. “Così va meglio, una volta individuata la causa ci dica quali sono i sintomi:”


R.
• Il sintomo fondamentale è dovuto al dolore che l’incurvamento del pene comporta;
• Inoltre c’è difficoltà ad avere un rapporto soddisfacente;
• L’inizio talvolta è improvviso, talvolta subdolo ma prolungato nel tempo;
• In genere i pazienti riferiscono di un dolore vivo di durata variabile avvertito qualche settimana prima della comparsa della curvatura;
• Questa sintomatologia può avere fasi di acuzie accompagnata da altre di quiescenza, inoltre sono presenti noduli palpabili;
• Sta di fatto che il pene si retrae e si deforma e rende difficoltoso o impossibile il rapporto anche per il sopraggiungere nel 30% dei casi di deficit erettivo.


D. “E’ possibile fare una diagnosi precisa?”


R. Con l’ecografia è possibile evidenziare la localizzazione del nodulo e conoscerne la natura:
• Sono anche importanti l’anamnesi completa e accurata (modalità, tempi di insorgenza e sintomi);
• Fotgrafie a pene eretto per valutare la curvatura.



D. “Ci parli della terapia.”


R. Purtroppo per le caratteristiche della malattia non esiste una terapia precisa, ci sono però rimedi che permettono di ridurre la sintomatologia dolorosa e ritardarne l’aggravamento diminuendo la componente infiammatoria.


D. “Ce li elenchi.”


R.
• Integratori a base di vitamina E;
• Iniezioni intraplacca;
• Ionoforesi con farmaci cortisonici, fibrinolitici;
• Ultrasuoni;
• Molto utile anche la laserterapia;
• In ogni caso la terapia non serve quando la placca è calcificata;
• E’ sempre bene consultare un andrologo affidabile che sarà certamente in grado di consigliare le terapie più efficaci e personalizzarle a seconda dei casi.

La terapia chirurgica deve essere riservata ai casi più gravi che siano stabilizzati da almeno un anno, se è compromessa l’ erezione può essere presa in considerazione l’impianto di una protesi peniena.


D. “Prof. Iannotta la ringraziamo per la sempre squisita disponibilità e per la professionalità con la quale tratta problemi così scabrosi, siamo sicuri che gli utilizzatori del sito gliene saranno grati in fatti informazioni e trasparenza oltre ad un recupero di umanità sono il valore aggiunto di chi considera la medicina una missione.”


Intervista a cura del Dott. Fernando Santucci
Direttore Sanitario del Poliambulatorio Valturio


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