TORNARE A VIVERE A COLORI

09/10/2009

Intervista al Dott. Paolo Maria Fantaguzzi

Nuove frontiere chirurgiche per l’intervento di cataratta

di Lorella Barlaam, articolo uscito su Chiamami Città il 7 ottobre 2009.

Con il dott. Paolo Maria Fantaguzzi, Direttore dell’Unità operativa di Oculistica dell’Ospedale Pierantoni di Forlì, che visita anche presso il Poliambulatorio Valturio, parliamo delle nuove frontiere dell’intervento alla cataratta.

Dott. Fantaguzzi, la cataratta cos’è?

«E’ la patologia oculare più diffusa al mondo, causata dall’opacizzarsi del cristallino, la “lente” naturale dell’occhio. Le cause sono molteplici, e l’unica terapia è l’intervento chirurgico, attraverso il quale viene rimosso il cristallino opaco, sostituito con una lente artificiale.»

Quali le cause?

«Nella stragrande maggioranza dei casi la cataratta è dovuta all’invecchiamento. Tuttavia esistono cataratte neonatali congenite, ereditarie o conseguenza di malattie della madre in gravidanza – ad esempio, la rosolia - o legate a sindromi come quelle metaboliche. Il diabete o l’assunzione di farmaci quali il cortisone possono causare cataratte anche in persone giovani, come anche un trauma facciale.»

Quali i sintomi?

«Se insorge una cataratta la vista è sempre più offuscata, cambia il contrasto e si vede tutto più sfumato, e la percezione dei colori si attenua. Nella cataratta senile il processo è lento, e tanto più il paziente conduce una vita attiva, tanto prima desidera recuperare il miglior visus possibile. Una volta la cataratta si operava quando era “matura” e il paziente vedeva ormai pochissimo, adesso si opera quando impedisce al paziente di svolgere la sua attività.»

E’ possibile una prevenzione?

«Non esiste una prevenzione per la cataratta senile: fatta la diagnosi il trattamento è chirurgico. A 85 anni oltre l’85% delle persone ne sviluppa una. La visita di controllo comunque va fatta se ci sono sintomi come perdita del contrasto e riduzione della capacità visiva. Se c’è familiarità per la cataratta congenita bisogna controllare i bambini prima possibile, e devono sottoporsi a un controllo anche i pazienti che prendono farmaci catarattogeni, i diabetici e chi ha subito traumi al volto. Basta una visita, per capire quanto vede il paziente e se presenta una cataratta.

Una possibile prevenzione per chi lavora all’aria aperta è portare occhiali scuri con buoni filtri per ultravioletti e luce blu, che proteggono anche la retina.»

Quale evoluzione c’è stata nella chirurgia oculistica?

«La chirurgia oculistica è un campo in incessante sviluppo, con aggiornamenti continui e scambi culturali veloci con tutto il mondo, e ormai non c’è nessun gap con l’estero per l’oculistica italiana, dal punto di vista tecnologico. Negli ultimi anni sono state introdotte continue novità, fino ad arrivare oggi a una nuova chirurgia intraoculare in grado di correggere insieme alla cataratta l’incapacità di focalizzare causata dalla presbiopia e legata all’età. Questo grazie a lenti “accomodative”, frutto di tecnologie avanzate e approvate dalla FDA, che “mimano” il processo del cristallino, consentendo una visione il più possibile naturale da vicino e da lontano. Le lenti vengono introdotte nell’occhio tramite incisioni inferiori ai due millimetri, con un netto miglioramento della sicurezza dell’intervento e del recupero post operatorio. E’ una tecnica che non può essere applicata a tutti i pazienti, che vanno valutati con un’accurata visita e strumentazioni diagnostiche adeguate, e per ora c’è un follow up inferiore all’anno, ma si sta dimostrando davvero promettente.»