A TAVOLA CON SUA MAESTA' IL TARTUFO

10/11/2010

A cura del Dott. Santucci Fernando


È il re della tavola, il diamante della cucina

Etimologia: deriva dal latino terrae-tuber (escrescenza della terra)
È situato sotto terra e vive in rapporto simbiotico con alcune piante quali querce, lecci, pioppi e noccioli
Ci sono tartufi bianchi e neri:

Quelli neri sono tipici della Francia (Périgord) ed in Italia sono famosi quelli di Norcia, la loro caratteristica è di sviluppare l’aroma mentre vengono cotti.

• Il tartufo più importante in questa stagione è il tartufo bianco (tuber magnatum pico).
• Ha polpa bianca o rosata, profumo gradevole e intenso.
• Viene consumato crudo, in lamella sopra diversi tipi di vivande (uova, tagliolini ecc…..)
• Il mese top è novembre
• Ha dimensioni diverse, da quelle di una noce a quelle di una arancia, e se si è fortunati a quelle di un melone.
• Il tartufo bianchetto è più piccolo, ha una polpa più scura e si differenzia per avere un sapore tendente a quello dell’aglio.
• Sia per la forma che per il sapore caratteristico sono considerati afrodisiaci.
• È il caso di dire che il loro gusto delizioso racchiude tutte le fragranze e l’odore del bosco.
• Contiene molte proteine minerali (ferro, calcio, fosforo)
• È poco calorico 31 kcalorie per 100 gr.
• È però molto costoso, contiene molta acqua 73%
• È deperibile e va consumato in fretta
• Per conservarlo è bene avvolgerlo in una carta da cucina che però deve essere cambiata due volte al giorno
• Prima di usarlo è bene spazzolarlo e lavarlo con acqua corrente
• Il suo potere afrodisiaco sembra legato alla presenza al suo interno di una sostanza che da al tartufo un odore simile all’androsterone umano, quest’ultimo è un prodotto che si trova nel sudore umano e fa parte degli ormoni che sono alla base dell’attrazione sessuale

A cura del Dott. Santucci Fernando, Direttore Sanitario del POLIAMBULATORIO VALTURIO